Se mi perdo, se muto la mia identità, se mi svendo per qualsiasi motivo lo faccio, a qualsiasi obiettivo io possa tendere, sono certo che non produrrò niente di buono, niente di MIO, niente che abbia senso per me. In verità devo arrendermi all’evidenza, il mio sogno di parlare con tutti, di comunicare con tutti, di interagire con quello che era lontano mille miglia dal mio mondo senza subirne colpi pesanti, quel sogno si è ridimensionato qui in rete, nel luogo che concettualmente sembra il più adatto invece a nutrirlo. Sta diventando sempre più difficile tutto: i commenti e le teorie interpretative da cui scaturiscono sono sempre più spesso “fantasiose”. Le relazioni virtuali che nascono dalle cose che scrivo arrivano a distanze stellari dalle loro premesse! O sono false quest’ultime o c’è qualcosa di intimamente errato nelle loro dinamiche.
Caro te! Il segreto è non avere aspettative. Ho imparato, sia qui che fuori, a non cadere nella tentazione di farmene. Le delusioni sono dietro l'angolo. Meglio accogliere ciò che arriva, come un regalo. p.s. link al mio post zero. Buona domenica
RispondiEliminaSi fanno sempre errori, valutazioni sbagliate, errare è umano: quando entrai molti anni fa in questo mondo avevo certe idee. Tutte o quasi sbagliate è vero! Adesso mi passo un po' di tempo in rete ( leggo molti più il cartaceo) e fondamentalmente me ne frego dell'audience e del resto. Ho scritto così tanto in ventanni da poter riempire decine di blog così ogni tanto li rivedo li controllo e talvolta li ripubblico ( soprattutto quelli con i testi interi originali). Non li guarda nessuno? Amen. Buona domenica anche a te.
EliminaFuori contesto- se commento da te appare il testo ma non il sito da cui proviene. Non ho interesse alcuno a farmi pubblicità ma sono curioso di capire il perchè. Ciao
EliminaNon preoccuparti. Ormai so dove trovarti :-)
EliminaPerché le relazioni virtuali non dovrebbero/potrebbero arrivare a distanze siderali dalle loro (tue) premesse? Dove sarebbe la crescita, l'arricchimento, lo scorgere ciò che non puoi vedere mentre scrivi e solo un "altro" occhio può far germogliare, ovviamente ad esclusivo suo modo? E da qui le distanze stellari che si moltiplicano e ci permettono di viaggiare, conoscere, intepretare, meravigliarsi. Nulla di errato: funziona così, deve funzionare così, altrimenti - come ripeto a tanti - meglio rimanere nel proprio Word, senza che nulla fuoriesca.
RispondiEliminaVedi Franco, in realtà la crescita, l'arricchimento o il "germogliamento" di cui parli è fatto rarissimo in questo ambiente, Questa è stata la mia esperienza che tu ben conosci. Ormai è un'altra stagione per me: i testi portati dal mio Word a queste pagine sono solo un vezzo e probabilmente non meritano altro. Per me non è un problema.
EliminaConcordo che non debba essere un problema da risolvere, dissento sulla rarità del "germogliamento", non da inseguire a tutti i costi, ma da riconoscere pazientemente.
EliminaPenso che l'errore sia attendersi delle risposte completamente soddisfacenti e confacenti al proprio sentire. Quello che tu sei lo sai solo tu, puoi scrivere quanto vuoi, nella lingua più chiara possibile, ma ciò che arriva agli altri dipende sempre più da loro che dai tuoi "sacrifici" in tal senso. La comunicazione non è mai perfetta, neanche quella verbale vis a vis, figuriamoci scrivendo in anonimato su un blog!
RispondiEliminaConcordo pienamente, per tale motivo non mi sento più in grado di dare colpe se non al sottoscritto.
EliminaEgregio Minimo, se fossi in voi guarderei con un po' di accondiscendenza ogni scossone che ci riporti alla realtà.
RispondiEliminaTemo che il problema risieda nelle idealizzazioni e non in quest'ultima.
Uomo le confesso di non aver bene compreso il senso del suo commento; se esso è un invito a una maggiore benevolenza verso il mondo esterno lo accetto perchè credo di aver ecceduto in tutti questi anni. Il fatto è che ormai mi sono proprio stufato di certe dinamiche, di certi balletti e di conseguenza sarei in ritardo per un ravvedimento. Mi creda il virtuale dei social va avanti benissimo anche senza di me.
EliminaNel carteggio amoroso tra l'Aleramo e il Quasimodo, leggo una lettera della prima, del 6 marzo 1935 nella quale la prima scrive ".. l'altra sera venne qui, con un'amica mia, un giovin siciliano [...] Di cosa potevo parlare con un tuo conterraneo? [...] Così ho sentito un'analisi spietata e appassionata del carattere siculo. Tristezza, fragilità, incomunicabilità..." (il corsivo è mio).
EliminaQuindi il sogno di comunicare con tutti viene scosso dalla realtà della incomunicabilità che, a differenza della Aleramo e del suo giovin amico, penso non sia affatto una caratteristica dei siciliani ma dell'umanità.
Purtroppo 'ste dinamiche e balletti son come le gambe storte dei cani, fan parte della realtà.
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EliminaUomo, il carteggio cui fai riferimento n verso non è a mio parere perfettamente attinente alla dinamica interlocutoria dei siciliani in toto, semmai serve solo come base propedeutica a un'analisi più profonda dell'animo siciliano. Alla fine di tutto, considerando anagrafe e vita, è pur vero che il sentimento dei siciliani rasenta sempre i cimiteri ( Brancati ) ma prima il desiderio e la capacità di discutere di qualsiasi argomento è a lungo viva e varia. Col tempo scema verso autunni sempre più lunghi e un cinismo più radicato. Ma all'epoca e all'età di Quasimodo e dell' Aleramo credo che i due parlassero d'altro e progettassero altro.
EliminaHo letto da te l'articolo che hai scritto su questi amanti speciali e sulla questione del vitalizio di colore politico diverso della donna: mi spiace che come sempre davanti a argomenti così seri le discussioni non siano di pari livello. " Le gambe storte fan parte della realtà" ne convengo.
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In un ospedale, senza un PC ma col solo cellulare è facile che certi errori di battitura si manifestino. Chiedo venia.
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