Questa domenica scivola via nel ricordo di una serata con un po’ di sano Jazz e una cenetta parca con un paio di amici. Scivola per entrare nella sera che precede un altro giorno usato senza avere il tempo di baciarlo e stringerlo stretto. Scivola con me: guardo il golfo e molte cose diventano inutili, molte persone vuote. La mia vita passata. Per vivere con un minimo di serenità e per continuare ad aprire la porta di questa casa devo scordarmi della gran parte di voi, esattamente quello che sto facendo in queste settimane. E’ un forzatura terribile ma, senza, dovrei cinguettare allegramente convenevoli talmente ipocriti da essere inascoltabili.
A volte lasciar andare è l’unico modo per ritrovare la pace. Non è facile, ma è l’unica via per ricostruire ciò che davvero conta. Piacere di conoscerti e di leggerti!
RispondiEliminaBuonasera Giuseppe, spero mi consentirai l'uso del tu. Non sempre ho lasciato andare parti della mia vita con la lucidità necessaria ma lì conta anche l'anagrafe; questo testo comunque è stato scritto con una coscienza ferma e concreta. Erano passati venti anni. Può capitare che abbandonare certi ricordi permetta di viverli poi in una prospettiva diversa e consolatoria, la pace nasce così. Prima di risponderti sono passato dalle tue pagine e ti assicuro che la conoscenza e il piacere sono reciproci. Io appartengo a una stagione di blog ormai completamente tramontata per vari motivi, mi sorprendono quindi i commenti e le relazioni virtuali ad essi conseguenti, in realtà vorrei solo lasciare qui una traccia della mia vita in rete poichè tutto quel che ho scritto in vari decenni alla mia esistenza reale fa riferimento. Nei social questo può essere un rischio. Bentrovato comunque.
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