Ho trascorso la mia vita litigando continuamente col mio pilota automatico. Ho anche preso una licenza di volo e l’ho sbandierata come viatico per una rotta sicura e felice mentre il pilota automatico si faceva beffe di me…adesso mi guarda con un ghigno a braccia conserte. L’aereo vola in apparente calma, niente e nessuno sembra poter interferire sul viaggio, ma se guardo fuori dai finestrini di questo Blog il paesaggio è quello di rovine a perdita d’occhio. Anche volendo riaffidare il comando alla parte più libera e selvaggia di me potrei al massimo trovare una piccola radura tra i sassi, atterrarci, accendere un fuoco e guardarmi attorno per scoprire da dove arriverà la fine.
La radura rappresenta una fase. In mezzo ad una foresta intricata e oscura. Come una pausa dal dolore, sempre e comunque presente. Per quanto il pilota sia esperto, le turbolenze sono inevitabili.
RispondiEliminaPoi a terra conservi l'idea del volo, dell'altra prospettiva: ti guardi attorno e non sai se ripartirai.
Elimina