sabato 4 maggio 2024

sciupare

Il fatto che io senta con chiarezza che ciò che scrivo si perda per strada appena lo batto sulla tastiera non è un vezzo da piacione del cavolo: io sento che è così. Arriva poco dell'universo che mi gira dentro e, in genere, solo la parte più scomoda e conflittuale. Per dirla in altro modo, arriva solo la mia componente snob, critica, quella che mi fa apparire un arrogante ante litteram arrivato non si sa come in un ambiente di gente tranquilla e "normale". Se fosse diversamente la blogosfera, me compreso, sarebbe un eden salvifico in cui ognuno potrebbe liberarsi e migliorare.

8 commenti:

  1. Io sento di salvarmi sulla tastiera del blog. Di migliorare anche. Forse la tua è una questione di "dispersione". Troppo distante l'origine meditativa dalla versione finale per il "consumatore". L'impressione da fuori è che tu non ti fidi troppo, non di te che scrivi ma neanche di chi viene a leggerti sfidando marosi e approdo per certi versi inospitale.

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    1. Valutazione attenta la tua direi Franco. La fiducia è qualcosa di indispensabile per me, qui è diventata vitale infine, vista la mia personale situazione, superflua...tra poco. Non posso credere che chi viene a leggere qui sfidi marosi e nemmeno che l'approdo sia inospitale; i miei blog sono sinceri, lo sono sempre stati, forse legati a una sintassi fuori tempo, ma sfido chiunque a dire che io sia stato poco educato con chi è entrato civilmente qui a commentare. Se per poi per marosi intendi le mie sparizioni, i molti blog aperti e chiusi posso dirti che MICROBLOG resterà intero e leggibile e con esso qualche altro blog sperduto nell'oceano del web. Altro non garantirò e so che non basta.

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  2. Quello che scriviamo è solo un granello di ciò che siamo, di ciò che pensiamo e di ciò che capiranno di noi.

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    1. E' vero, dobbiamo farcene una ragione.

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    2. Attenzione: continuiamo a non considerare cosa sia Internet.

      Internet non è il cassetto del comodino dove tieni il quaderno con le tue note. Internet non è nemmeno il ciclostile con cui stampi i volantini contro la Guerra del Vietnam che poi distribuirai in manifestazione o a scuola.

      Internet, nel caso di un sito come il "blog", è come un radiotelescopio che irradia nello spazio. Una volta lanciato il segnale questo continuerà ad attraversare gli spazi siderali coprendo tutto l'Universo per tutto il tempo che l'Universo esiste.

      Nell'Universo ci sono dei pianeti e su ogni pianeta ci sono degli alieni che ricevono il segnale, lo traducono e magari decidono di usare il loro radiotelescopio per rispondere con un altro segnale, che però non è "uno-a-uno" ma è "uno-a-tutti", quindi ancora, si irradia nello spazio ovunque e per sempre.

      Quindi bisogna considerare le ragioni per cui si irradia un messaggio nell'Universo e il contenuto del messaggio.

      Bisogna anche prevedere che torneranno indietro risposte di alieni, qualsiasi risposta, perché non siamo noi a decidere chi riceve e cosa fa/dice.

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    3. Questo ultimo tuo commento lo trovo adeguato e concordo. Su quanto dici a Katrina tocca a lei rispondere.

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    4. Preferirei che mi spiegasse come si fa ad esistere in modo che quello che si scrive sia un granello di quello che si è.

      Io scrivo esattamente quello che sono.

      Ovviamente non posso essere esaustivo, quindi scrivere ogni volta tutto quello che sono, però non è nemmeno un granello perché ovviamente se io scrivo "pippo" da quello si risale facilmente a diversi passaggi di "pippità" indietro.

      Almeno, si dovrebbe potere fare applicando un minimo di analisi. Anche perché è dovere di chi trasmette facilitare il ricevente nella traduzione e nel trarre premesse e conseguenze.

      Piuttosto, mi preoccuperei del fatto che si scriva nel tentativo di dissimulare o mascherarsi.
      Ognuno in una versione minore del demagogo che cerca di compiacere la platea per ottenere un vantaggio personale. Internet, si sa, amplifica molto la possibilità degli scemi e dei pazzi di manifestarsi, dato che irradia nello spazio.
      Non solo, consente anche agli scemi ed ai pazzi di trovarsi tra di loro e fare da eco e da amplificatore uno per l'altro.

      Qui addiveniamo al fatto che compiacere e i trucchi per compiacere sono solo un disturbo nel segnale, quello che conta davvero e su cui dovremmo giudicare, è il contenuto.
      E la ragione.

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  3. Se partiamo dal sacrosanto presupposto che ciò che scriviamo non è più nostro un attimo dopo essere, scritto, inviato, stampato, bloggato; vanno bene tutte le interpretazioni possibili, come dice Katrina distribuiamo granelli di noi. Statisticamente c'è anche chi ci riconosce in buona parte, ma le interpretazioni si moltiplicano esponenzialmente come irradiate nello spazio tempo esattamente come descrive Anonimo. Siamo continuamente soggetti ad interpretazione, anche da parte nostra. Si chiama evoluzione.

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