lunedì 16 settembre 2024

un mobile

Quel mobile era lì da tempo, nessuno ricordava più da quanto, nessuno sapeva nemmeno come ci era arrivato. L'armadio e tutto il resto abitavano quelle stanze da sempre apparentemente. Lui era tornato per riprendersi una cittadinanza che gli apparteneva; lo aveva capito una settimana prima mentre attraversava il silenzio di una vita e di una città straniera. 
Il pensiero aveva iniziato a farsi strada lentamente tra un caffè e certe discussioni di lavoro...una sensazione sottile ma precisa, quella di un'ultima occasione e di una scelta definitiva. Quanti anni aveva usurato cercandosi nelle vite altrui? Quante volte aveva denudato l'anima, spogliata, estroflessa, posata lontano da sè credendo di averne poi maggiore consapevolezza? Errori, errori voluti in parte, traduzioni difficili a negare una realtà semplice: apparteneva ad altro, a una dimensione che nessuno voleva condividere e la solitudine profonda della sua vita nasceva da lì da quell'esercizio che lo aveva allontanato da quelle stanze e da quell'armadio. 
Sarebbe stato amato ancora una volta? Così senza pregiudizi, con un'antica naturalezza che adesso sentiva scorrere nelle vene mentre si aggirava da solo in casa? Era cresciuto, fuori, era invecchiato e molte misure non corrispondevano più...le grucce con gli abiti appesi che un tempo sembravano troppo alte per un bambino adesso erano lì a portata di mano. Non era cresciuto aveva solo permesso che qualcosa, un altro tempo si sovrapponesse al suo primitivo, che ne cambiasse i connotati e gli proponesse nuove verità: succede più spesso di quanto si pensi, una vita sola non ci basta e le altre parallele confondono la vista in prospettiva lunga...c'è gente che ci muore così. 
Aveva deciso la sera prima, di getto, una volontà grande, immanente, invincibile: tornare a riprendersi l'abito giusto che era suo dall'inizio, quello che nessun altro poteva indossare senza apparire una caricatura ridicola. Spalancando le ante dell'armadio non aveva previsto che ci fosse anche lei! Eppure avrebbe dovuto immaginarlo: non si è mai soli nell'unico amore che incontri nella vita, l'altro negato e perso, mal giudicato e mal vissuto si era soltanto messo da parte...in una attesa elementare e silenziosa. Ogni cosa si adattava a pennello, ogni gesto era risaputo, ogni frase nella misura esatta della sua origine mentale, non cerano equivoci, lo spazio intorno lo guardava quieto. 
Adesso sapeva che avrebbe potuto iniziare a scrivere e se anche non ne avesse avuto tutto il tempo necessario lei avrebbe completato l'opera col suo medesimo sorriso.

sabato 14 settembre 2024

Einstein

Mi è venuta in mente una frase di A. Einstein "La cosa importante è di non smettere mai di interrogarsi. La curiosità esiste per ragioni proprie." La curiosità e la ricerca sono importanti ma io sono in una dimensione lontana anche per l'età e le vicissitudini di una vita, sono disincantato (per un siciliano è la via più facile) e cinico, a molte cose non credo più per passione, le vedo solo con un'amarezza storica e sociale che mi lascia solo amaro in bocca. Tuttavia l'individuazione di nuovi parametri oggettivi per trovare un lavoro letterario degno di nota e "più propriamente un lavoro meritevole in senso assoluto, fuori dalla logica del de gustibus e , allo stesso tempo, individuabile attraverso una serie di criteri selettivi se non oggettivi per lo meno condivisibili" è un proposito affascinante.

giovedì 12 settembre 2024

pagina aperta

Questo non è un libro chiuso, la pagina che stai leggendo è aperta, non si chiude mai nulla se resta l’eco dei tuoi orgasmi: c’è solo un tempo diverso e, talvolta, una spinta leggera come una carezza a farti scrivere di nuovo.

domenica 8 settembre 2024

pilota automatico

Ho trascorso la mia vita litigando continuamente col mio pilota automatico. Ho anche preso una licenza di volo e l’ho sbandierata come viatico per una rotta sicura e felice mentre il pilota automatico si faceva beffe di me…adesso mi guarda con un ghigno a braccia conserte. L’aereo vola in apparente calma, niente e nessuno sembra poter interferire sul viaggio, ma se guardo fuori dai finestrini di questo Blog il paesaggio è quello di rovine a perdita d’occhio. Anche volendo riaffidare il comando alla parte più libera e selvaggia di me potrei al massimo trovare una piccola radura tra i sassi, atterrarci, accendere un fuoco e guardarmi attorno per scoprire da dove arriverà la fine.

venerdì 6 settembre 2024

Cittadinanza. prima versione ( 2022)

E’ facilissimo scivolare comodamente sulle parole e sul loro significato: nei social e nei media direi che è una costante irreversibile. Sull’essenza di una parola, sulla sua storia e sull’uso che nel tempo di quella parola si è fatto su tutto questo si gioca infine la logica del discorso che vi si costruisce sopra. L’asino casca sempre qui! Su questo trucco semplice e diffuso, sull’ignoranza dei termini usati e sulla loro strumentalizzazione resa più facile appunto da tale ignoranza. Ma in un contesto come quello dei social o della gran parte dei media chi dovrebbe e soprattutto saprebbe definire un argomento simile? Con la prospettiva di una propaganda elettorale fatta solo di slogan a chi conviene fermare la ruota dell’invettiva e pretendere di analizzare una parola o un concetto con il rischio di vederselo ributtato in faccia in termini opposti? Sto parlando della questione stato di cittadinanza, un concetto che è alla base di ogni nazione, se nazione vuol essere chiamata, stato che dovrebbe prevedere alla base alcuni elementi fondamentali o imprescindibili a meno che non si abbracci la teoria dell’assoluta non necessità di una identità nazionale o territoriale. Dovremmo rileggere la storia in toto, conoscere le dinamiche migratorie dell’ultimo millennio, le loro cause, dovremmo sapere che Italia è un concetto ancora esclusivamente geografico perché una nazione non la costruisci in pochi decenni ( ci sono nazioni i Europa che ci hanno impiegato secoli) ed è facilissimo dal concetto geografico scivolare impropriamente poi in quello di cittadinanza ( lasciando da parte per ora l’idea religiosa che renderebbe ancora più complessa la discussione). In alcuni luoghi il problema viene risolto con l’assioma IUS SOLI, sei cittadino della terra in cui nasci; in altri si pretende un filtro più stretto LO IUS SANGUINIS, hai la cittadinanza di chi ti ha messo al mondo. Io francamente imporrei un filtro ancora più rigido: divento cittadino di un luogo se ne conosci decentemente gli usi, i costumi, la lingua, la storia, la religione…così moltissimi italiani a tutti i livelli ( anche i più elevati) diventerebbero apolidi.

mercoledì 4 settembre 2024

sogni

Ho sogni, sogni bellissimi e vasti come il mare, talmente perfetti da lasciarti sbigottito. In fondo vivo di sorprese: stare sul web è una di queste. constatarne i limiti un’altra, rendersi conto che la volgarità è da ogni parte intorno a noi, e che ogni giorno, inevitabilmente, soffochiamo nell’imbecillità diventa infine l’inevitabile conclusione. Io faccio parte di questa comune sconfitta, che la dichiari in buon italiano e serenamente non ne cambia i connotati, mi rende solo più ridicolo.

lunedì 2 settembre 2024

Manuela

Fu mia cugina Manuela nel 2007 a farmi conoscere i blog: mi conosceva bene, avevamo vissuto fianco a fianco per anni a casa di suo padre mio primo cugino e mio grande amico, lei conosceva questo mio piccolo segreto... era molto più giovane di me e mi osservava con intensità curiosa. La rete fu un'emozione memorabile e una speranza forte: uscire dal privato e proporsi, conoscere in diretta altre vite e altre scritture...io me lo ero figurato così quel mondo. Sbagliavo e ancora di più non avevo fatto i conti con me stesso e la mia indole, forse anche con la mia anagrafe, il disastro che si è compiuto dal 2015 in poi era prevedibile. Non sono un tipo da blog tutto qui e quello che è accaduto da quegli anni in poi è la normale conseguenza di una scarsa disposizione a socializzare così come questo termine viene considerato oggi. Non ho più stimoli a scrivere in publico perchè è il pubblico che spesso non mi piace; purtroppo ho un certo modo di scrivere, una certa sensualità di fondo che, inespressa in altro contesto, compare più facilmente tra le righe, sono riconoscibilissimo quando scrivo, non posso celarmi in alcun modo e non so fare diversamente. Ho smesso di scrivere in rete, tutti i blog aperti e visibili hanno un filtro strettissimo oppure sono "dedicati" a pochissime persone: non è questo il modo di fare blog, lo so, lo sai. Quando accade di buttar giù qualcosa di nuovo è sempre a a causa di un evento eccezionale, di un interlocutore particolare.. in quel caso invece di scrivere un post personale mio scrivo un commento o una risposta. Tutto resta per fortuna confinato in un grande riserbo senza strilli, polemiche sciocche, sottintesi pruriginosi e minchiate di questo tipo. Tutto somiglia di più ad un libro e al cartaceo da cui naturalmente sono nato.