L’isola all’inizio delimita, ti costringe a guardarti dentro come se tu non potessi sfuggire al tuo personale destino. Ma c’è il mare tutt’attorno e la sua vastità è un perenne invito a ulteriori scoperte, è uno stimolo potente a attraversare l’incognito per incontrare altri mondi e altre idee. Gli isolani però non di dimenticano mai le proprie radici, cercano il mondo perché ne hanno uno intimo dentro da regalare agli altri; è una malinconia difficile da spiegare, un bisogno di tornare, di rivedere la propria riva, quella che conosci nel profondo, quella cui infine appartieni. Siamo orgogliosi del nostro modo ma curiosi di quello altrui e poi c’è, come sempre, una grande componente culturale. Per uscire e attraversare il mare devi sforzarti di capire e conoscere e speri che lo stesso sforzo sia compiuto da chi incontri ma io ho avuto esperienze negative in tal senso. La penisola è storicamente e culturalmente frammentata e ostile a aperture culturali profonde, il sud è organizzato da secoli in modo diverso in tutti i sensi, le isole poi sono un mondo a parte: conoscerle, incontrarle e viverle davvero presuppone una elasticità da marinai.
Sai io non visito volentieri le isole, mi mettono a disagio.
RispondiEliminaE' un mio limite, chiaramente. Ma al momento non ho la spinta per oltrepassarlo. Forse mi manca l'interesse.